Grande Max

Fra Mar Mag 20, 2008 5:37 pm

Stanco del "pessimismo cosmico" che si respira nel nostro paese, e non solo, Max Pezzali suona la sveglia all'Italia a tempo di rock, con il brano 'Mezzo pieno o mezzo vuoto', singolo di lancio del suo primo album live, dove ironizza su "quest'ansia collettiva che ci ha presi tutti e che ci spinge a pensare che si stava meglio prima". "Qualche volta, di fronte al bombardamento di notizie angoscianti cui siamo sottoposti, anch'io ho pensato che quando ero giovane le cose andavano meglio, ma - dice il quarantenne cantautore - poi mi sono reso conto che non è così: la microcriminalità oggi è in mano agli extracomunitari, ma la mia generazione aveva i delinquenti per eroina, così come la violenza negli stadi era ben peggiore negli '80 di quanto non lo sia ora e gli scontri tra bande di ragazzi, come paninari contro mod's, erano all'ordine del giorno". Insomma, si è chiesto Max, "ma si stava davvero così bene?". Forse no, però "qualcuno ce lo faceva credere, grazie allo stato assistenzialista e al miraggio del posto fisso per tutta la vita". Tramontati quei miti, "in molti della mia generazione si sentono persi, ma questi - sottolinea Max, che diventerà padre, per la prima volta, alla fine di settembre - non sono tempi peggiori, solo diversi".

Le opportunità, secondo Pezzali, superano gli svantaggi: per uno come lui, cresciuto in provincia, è meraviglioso pensare che "un ragazzino che vive in un paese, con un Adsl, ha le stesse possibilità di un newyorchese". Occasioni che i ragazzi sanno cogliere e che rischia invece di perdere chi "rimpiange un mondo che non c'é più". In Italia, però, nota l'artista, la transizione dalla prima alla seconda repubblica non è completa, perché "le opportunità non ci sono per tutti: c'é ancora una casta di intoccabili, con privilegi acquisiti in precedenza, che non ha nessuna intenzione - lamenta - di mollare la poltrona, come succede nei giornali o in Alitalia, dove i vecchi guadagnano 20mila euro per non fare nulla o quasi e i giovani devono lavorare 48 ore al giorno per 500 euro al mese". Ecco perché, secondo Pezzali, "é arrivato il momento di ammettere il fallimento e di ripartire davvero: o scegliamo il futuro o continuiamo a sognare una prima repubblica che non esiste". Politicamente, Max identificava la speranza di cambiamento in Walter Veltroni, "ma il freno a mano - accusa - é tirato tanto a destra quanto a sinistra". L'importante "é stabilire una vera meritocrazia, smettere di pensare che lo Stato sia come un padre e avviarsi al ricambio generazionale". Altrimenti "il bicchiere sarà sempre mezzo vuoto". Certo, per riempirlo bisognerà rimboccarsi le maniche: "so che a mio figlio non sarà garantito nulla, ma anche il boom economico - riflette - non ce l'ha regalato nessuno".

Per dominare questi tempi difficili serve dunque, secondo Pezzali, "una forte volontà". La stessa che ha messo lui in 16 anni di carriera, riassunti in questo album dal vivo che raccoglie i suoi grandi successi, che riproporrà ancora dal palco, dal 14 giugno in poi, prima di fermarsi, a settembre, e pensare solo a pappe e pannolini. Nel frattempo, chissà che il suo primo romanzo, 'Per prendersi una vita', non diventi un film: l'interesse della case cinematografiche c'é, e Max ne sarebbe felicissimo: "sarebbe - conclude - la ciliegina sulla torta".

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