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Messaggio  Fra Gio Dic 20, 2007 7:25 pm

20,5 euro al giorno e' il risarcimento medio giornaliero riconosciuto dall'Inail al coniuge di un morto sul lavoro. 10 euro e' quello che va al figlio per la perdita di un genitore e la cui erogazione viene interrotta al raggiungimento della maggiore eta'. Niente e' quello che riceve un padre che ha perso il figlio sul luogo di lavoro. I dati sono stati diffusi oggi dall'Anmil (l'associazione dei mutilati e invalidi sul lavoro), che attraverso la propria fondazione ''Sosteniamoli subito'', cerca di mantenere alta l'attenzione sul dramma delle morti bianche anche per quello che riguarda i familiari delle vittime che si trovano da un giorno all'altro senza il proprio caro e senza sostegno economico. I morti sul lavoro sono stati 941 nel 2006 (840 dei quali nell'industria), 908 nel 2007 (824 nell'industria). Insomma, come spiega il presidente dell'Anmil, Pietro Mercandelli, ''uno stillicidio quotidiano di morti e feriti meno rilevato dall'opinione pubblica, ma non per questo meno tragico''. Una tragedia che, all'indomani del lutto, coinvolge soprattutto le famiglie: ''e la quotidianita', dopo un infortunio, diventa ancora piu' difficile - se possibile - quando oltre al dolore si devono fare i conti con tutele assicurative e rendite inadeguate''. Eppure, rileva l'Anmil, che ha fatto i conti in tasca all'Inail, i soldi per assicurare a queste persone un futuro meno plumbeo ci sono: ''l'avanzo di amministrazione dell'Istituto al 31 dicembre 2006 ammontava a 12,8 miliardi di euro; l'avanzo di amministrazione inutilizzato per ogni titolare di rendita, sempre al 31 dicembre dello scorso anno, era di 12.978 euro'', mentre ''la spesa complessiva annuale per le prestazioni economiche (1/8 della spesa complessiva dovuta agli infortuni sul lavoro), e' di 5,9 milioni di euro''. ''Le famiglie delle vittime chiedono anche solidarieta' - avverte Mercandelli - ma non quella fugace, che si manifesta nell'emozione del momento in modo a volte anche confuso. Piuttosto quella solidarieta' quotidiana che possa loro consentire di continuare a vivere dignitosamente il proprio dolore. Identica richiesta di tutela viene poi dai lavoratori che restano invalidi per tutta la vita a causa di incidenti sul lavoro o malattie professionali. E sono tanti, piu' di 40.000 ogni anno. A loro occorre garantire cure sanitarie pronte ed efficaci, un indennizzo adeguato ed un percorso di reinserimento professionale e sociale''.
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